Page 2 - Avvisi 09 marzo 2025
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Per questo ogni anno arriva la Quaresima, perché usciamo dal nostro torpore, dalla zona nebbiosa delle nostre illusioni
        e affrontiamo la realtà del male, del peccato, in modo deciso. Pronti ad essere nuovi, autentici, veri.
           Quaresima non è sinonimo di dieta. Il rapporto col cibo indica ben altro. Quando consacriamo al cibo un’attenzione
        degna di ben altra causa, noi finiamo coll’aprire una finestra sulla nostra esistenza. Siamo percorsi da un’ansia nevrotica,
        da un bisogno preoccupante di divorare, di riempirci, di colmare una fame profonda che nessun nutrimento riesce a
        calmare. Ma nello stesso tempo abbiamo paura di chiamare per nome questo desiderio che ci afferra, di avvertire nel
        profondo il bisogno di qualcos’altro, di cercare nella direzione giusta. Ecco il digiuno della Quaresima: un rapporto
        diverso con il cibo, per avvertire finalmente necessità fondamentali che cerchiamo di coprire, per provare fame e sete di
        Dio, ma anche per vivere una condivisione più concreta con chi continuiamo a tenere, inesorabilmente, all’uscio del
        palazzo.
           Quaresima non è sinonimo di tristezza, di leggi da osservare, di prescrizioni dure e pesanti. Anzi, la Quaresima
        deve evocare una nuova, concreta libertà. Legami e catene che ci tengono prigionieri degli idoli vengono finalmente
        recisi. Cominciamo a rispettare gli altri, rinunciando a sfruttarli. Tentiamo di esercitare il nostro ruolo senza essere
        prepotenti. Accettiamo la fatica di ascoltare, di dialogare, di collaborare.
           Non è uno sforzo ostinato, contando solo sulle nostre forze. Tutto nasce dalla fiducia, da una relazione diversa con
        Dio,  che  troppo  a  lungo  abbiamo  dimenticato  o  ignorato.  Senza  di  lui,  senza  affidarsi  alla  sua  bontà,  alla  sua
        misericordia, ogni guarigione è impossibile. Senza gli altri, senza una ritrovata generosità e compassione, la nostra vita
        cade in un terribile equivoco. Ma relazione è sinonimo di tempo, di attesa e di ricerca, di attenzione e di cura.  La
        preghiera, l’ascolto della Parola, rinnovate occasioni di incontro servono proprio a questo.


        Nel percorso del Giubileo
        Invitati alla perseveranza e alla pazienza. Ce lo ricorda papa Francesco: «San Paolo è molto realista. Sa che la vita è
        fatta di gioie e di dolori, che l’amore viene messo alla prova quando aumentano le difficoltà e la speranza sembra crollare
        davanti alla sofferenza» (Spes non confundit, 4). Ecco perché abbiamo bisogno di un atteggiamento abituale, una virtù
        per l’appunto, che è la perseveranza ovvero la pazienza. Abituati a volere tutto e subito, corriamo costantemente il
        rischio di essere “mangiati” dalla fretta. E questo genera «l’insofferenza, il nervosismo, a volte la violenza gratuita, che
        generano insoddisfazione e chiusura». Nell’epoca di internet, in cui il tempo e lo spazio sono soppiantati dal “qui e ora”,
        nel regno dell’efficacia, in cui si cercano effetti immediati, risposte entusiaste, risultati miracolosi c’è ancora posto per
        la pazienza? Per la pazienza dell’agricoltore, che attende il raccolto nel volgere delle stagioni, per la pazienza verso se
        stessi e verso gli altri che si esercita nelle relazioni, nel dono del proprio tempo e delle proprie risorse, senza attendere
        riconoscimenti subitanei. «Riscoprire la pazienza fa tanto bene a sé e agli altri». Frutto dello Spirito Santo, la pazienza
        «è figlia della speranza e nello stesso tempo la sostiene».



        laPreghieradi Roberto Laurita
        È lo Spirito, Gesù, a condurti nel deserto              che è il sostegno e la volontà del Padre.
        perché tu affronti le tentazioni,                       Sarai un povero, alla mercé degli arroganti,
        ed è quello stesso Spirito, disceso su di te,           di quanti pretendono di sapere chi è Dio
        come una colomba, al fiume Giordano.                    e ritengono di essere i suoi interpreti
        Tu sei vero uomo, come noi:                             e i suoi rappresentanti.
        per questo anche tu sei messo di fronte                 Sarai un servo che non disdegna
        a decisioni inevitabili e talvolta dolorose.            di raggiungere gli emarginati e i peccatori.
        La tua non è la strada facile                           Sarai colui che si affida a Dio,
        del successo e del consenso.                            con tutte le sue forze e fino in fondo,
        Chi ama sa bene di essere disarmato                     a costo di passare per il perdente.
        e disarmante perché privo di armi, di scudi, di corazze.   Questo del resto è solo un assaggio
        Proverai fame e dovrai accontentarti                    della prova più terribile,
        di cibarti solamente di quel pane                       quella della passione e della morte.
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