Page 2 - Avvisi 27 Ottobre 2024
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Il grido di Bartimeo di Roberto Laurita
È un grido che si impone, con la sua forza, fin dagli inizi del brano odierno. Non è un grido qualsiasi. Contiene in sé
l’espressione di una speranza forte, tenace, riposta in Colui che viene riconosciuto come il “Figlio di Davide”, il Messia
atteso. È un grido rischioso, pericoloso: i nemici di Gesù non sono disposti a tollerarlo; gli occupanti romani sono sempre
sospettosi di fronte a queste manifestazioni di entusiasmo.
Ma perché grida questo Bartimeo, questo cieco di Gerico seduto lungo la strada a mendicare? Grida, senz’altro, per
farsi sentire. Grida perché la sua condizione di povero, condannato a vivere di accattonaggio, è dura, intollerabile: nella
sua voce si esprime, dunque, tutta la sofferenza che percorre il suo animo, la sua esistenza. Ma grida, soprattutto, perché
ha sentito che passava Gesù: egli lancia verso di lui la sua invocazione, colma di speranza, di attesa, di desiderio.
Non è un grido dettato da una breve emozione; è un grido continuo, che non accetta di essere fermato, che si fa sempre
più forte, perché sempre più intenso è il desiderio che lo muove.
Sì, è proprio questione di desiderio: un desiderio profondo che non resta inascoltato perché Gesù si ferma e lo fa
chiamare. È Gesù, certo, che prende l’iniziativa: è lui che passa per la via, lui che decide di incontrare e di guarire questo
cieco. Ma anche Bartimeo ha fatto la sua parte, destato da quella presenza.
Questa non è solo la storia di Bartimeo, ma di ognuno di noi che viene alla fede e comincia finalmente a vederci, con
gli occhi di Dio. Nel suo grido non c’è solo la sofferenza, ma anche tutta la sua fede, una fede che Gesù vede e riconosce
(«La tua fede ti ha salvato»). E c’è la speranza, un fuoco crepitante che non può fare a meno di imporsi all’attenzione.
Speranza di veder cambiata la propria vita. Speranza di vederci. Speranza di poter camminare e percorrere la via, senza
dover chiedere il sostegno degli altri, con i propri piedi.
Fanno uno strano contrasto le nostre comunità con la determinazione di Bartimeo. Appaiono afone o in ogni caso
immerse in un bisbiglio, che stenta a riconoscersi in mezzo ai tanti rumori della strada. Una voce flebile, che non si fa
sentire, come flebile sono la fede e la speranza che ci abitano. In effetti lui, Gesù, continua a visitarci, a passare, ma noi
non siamo scossi dalla sua presenza. Forse perché dubitiamo della sua capacità di cambiare la nostra vita.
Possa la liturgia di questa domenica diventare un fuoco che accende la speranza dell’assemblea, che irrobustisce la
sua fede e le permette finalmente di gridare, di rivolgersi a Gesù con la stessa forza di Bartimeo, pronta ad abbandonare
ogni impedimento pur di incontrarlo.
laPreghieradi Roberto Laurita
Non riescono a farlo tacere, Gesù. a dirti ciò che desideriamo di più,
Quel cieco vuole raggiungerti ti metti in ascolto dei nostri desideri
e per questo si mette a gridare: più profondi e più veri.
«Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Perché per te siamo importanti,
E quando tu lo chiami getta via il suo mantello, tu ci prendi sul serio con la nostra storia
per balzare in piedi e venire da te. e le nostre esperienze,
Tu ti accosti a lui con la delicatezza con i nostri successi e i nostri fallimenti.
di chi si mette a servizio di qualcuno Guarisci anche noi, Signore,
e non vuole imporgli nulla. e donaci di credere in te e di vedere
Sì, Gesù, tu fai così con ognuno di noi: ciò che ci circonda con i tuoi occhi,
tu attendi che siamo noi colmi di bontà, aperti alla luce di Dio.